SALUTE CARA E LIMITATA

05 agosto 2008

Un'impietosa analisi, che compare sulla stampa guatemalteca di questi giorni, rivela che il Guatemala è, fra i Paesi dell'America Latina, quello in cui più alto è l'apporto del settore privato all'assistenza sanitaria.
Il 57% delle spese per la sanità esce direttamentedalle tasche delle famiglie, e questa quota corrisponde a più del triplo di quanto investa il Ministero della Salute Pubblica e al doppio di ciò che destina l'IGSS (l'Istituto delle Assicurazioni Sociali). Ben dieci milioni di persone (77% della popolazione) non hanno alcuna copertura assicurativa (nè IGSS nè altre coperture), e ciò sta a significare che, per famiglie di classe medio-bassa (e ovviamente soprattutto per quelle più povere, che in Guatemala non sono poche) un incidente o un'infermità cronica possono significare letteralmente la rovina, dati gli alti costi della sanità privata.
Per avere un'idea, si pensi che un intervento di appendicectomia può costare dai quatrromila agli undicimila quetzales (quattrocento-millecento euro), una frattura a un braccio può "salassare" un migliaio di quetzales, l'intero ciclo di cura per un tumore può tranquillamente arrivare a centomila quetzales, cifra che un campesino porta a casa forse in venti anni di lavoro. La salute è un prodotto di mercato, che ubbidisce a finalità lucrative, e il governo controlla solo la quinta parte di ciò che viene speso.
Nel 2005 ben 8.500 milioni (dei totali 12.500 milioni) di spesa sanitaria sono usciti direttamente dai (mediamente magri) bilanci familiari, attualmente assai provati, fra l'altro, dal vertiginoso aumento dei generi di prima necessità.
In paesi vicini, come Panama, Cuba o Belize, l'investimento per la salute è circa lo stesso, ma con risultati assai migliori, perchè meglio distribuito, più concentrato sulla prevenzione e meglio programmato: La chiave, quindi, sarebbe distribuire meglio le risorse:
In Guatemala una persona su tre semplicemente rinuncia ad accedere ai servizi sanitari perchè non ha soldi, oppure molti si indebitano per sempre.
Vi sono, sul territorio nazionale, 368 fra ospedali e "sanatorios" autorizzati, contro 44 pubblici. E tutta l'area rurale, ancora una volta, è ampiamente dimenticata.
Ancora per molto tempo, iniziative come "Rekko 7" continueranno ad essere preziose.

Segnala su: Facebook LinkedIn Xing FrienFeed Twitter Thumblr Google Bookmarks Google Buzz Technorati