IL NUOVO PRESIDENTE E IL SUO GOVERNO AL LAVORO

19 febbraio 2008

Uno dei progetti fondamentali del nuovo governo del presidente Alvaro Colòm è stato varato in questi giorni: si tratta del SISTEMA NAZIONALE PERMANENTE DI DIALOGO. Praticamente si tratta del riconoscimento della "concertazione" con le parti sociali come sistema formalizzato di governo.
I pilastri di questo "sistema" sarebbero tre: 1)Dialoghi sullo sviluppo territoriale 2) Dialoghi per la governabilità e la democrazia 3)Consulta permanente con i popoli indigeni.
Anche se c'è ovviamente il rischio che possano tradursi in sedi di chiacchiere pure e semplici, le reazioni da parte de sindacati e della piccola e media impresa sono per ora favorevoli.
In questi primi trenta giorni, la soddisfazione del neo presidente per come è partito il suo mandato, è a un livello piuttosto alto, tanto da fargli dire che già il 25% del programma "dei cento giorni" si può considerare realizzato. Sarebbero diminuiti del sette per cento gli omicidi e in generale i fatti di delinquenza, sono iniziati i programmi d'investimento nei comuni più poveri (in particolare con progetti di microcredito rivolti alle donne), è stata stbilita la "tariffa sociale per l'elettricità" nei confronti dei consumatori a più basso reddito. Inoltre dovrebbe partire un investimento di 275 milioni di Quetzales (circa 27 milioni di euro), con il concorso dell'Unione Europea, per programmi sociali nel dipartimento di Huehuetenango. Altresì è stata stabilita la creazione di una Commissione permanente sulla trasparenza e contro la corruzione.
Resta invece la macchia nera della decisione sulla pena di morte. Il decreto dice sostanzialmente che solo il presidente può avocare su di sè la decisione di convertire la pena per il singolo condannato. Nineth Montenegro, di Encuentro por Guatemala, e storica paladina dei diritti umani, l'ha definito un "ritorno alla monarchia".
Probabilmente, Colòm, pur avendo il Guatemala aderito alla moratoria internazionale proposta in dicembre dall'Italia, non se la sente di andare contro la tendenza predominante nel suo paese, che vedrebbe addirittura il 94% della popolazione favorevole alla massima punizione.Solo i deputati d URNG-MAIZ e di Encuentro por Guatemala hanno votato contro nella delibera che di fatto ripristina la pena capitale.Ma la voce più autorevole che si è levata contro questo provvedimento è stata quella della Chiesa che, per bocca del Cardinale Quezada Toruño, ha definito vergognosa questa scelta e ha auspicato che si ritorni sui propri passi.

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