DON PIERO NOTA MINACCIATO DI MORTE

26 novembre 2007

Don Piero Nota, missionario torinese, Padre Pedro, come lo chiamano i suoi parrocchiani, alla “Colonia El Limòn”, Zona 18 di Città del Guatemala, ha ricevuto minacce di morte, assieme alla famiglia dei suoi collaboratori, con cui vive stabilmente. Noi “Amici di Rekko 7”Don Piero lo conosciamo bene. Lo conosciamo perché siamo stati a trovarlo a “El Limòn” durante i nostri viaggi in Guatemala, e abbiamo potuto toccare con mano la realtà di quel quartiere polveriera, in cui il degrado e la criminalità (e purtroppo anche la corruzione delle istituzioni) imperversano. Lo conosciamo bene, perché un lungo rapporto di fraterna amicizia ci lega agli amici del comitato “S.O.S. Guatemala” di Rivalta di Torino, che costituisce il principale gruppo di sostegno ai progetti di Don Piero. Lo conosciamo perché leggiamo le sue appassionate circolari e seguiamo il suo operare. Don Piero è missionario in Guatemala dall’inizio degli anni ottanta, dopo avere svolto il suo lavoro pastorale nei quartieri operai di Torino, in prima fila nelle lotte per la casa.
Qualche giorno fa Mario Lopez, che con la moglie Gladis e i figli Pedrito ed Evaluna costituisce la famiglia di Don Piero (oltre che esserne il braccio destro nel lavoro pastorale) è stato avvicinato da una banda di criminali, che – pistola alla mano – gli hanno chiesto un salatissimo “pizzo”, altrimenti “…voi della parrocchia finirete male”.
E non si tratta di bravate di qualche balordo. Qui le “maras” (le bande di gangster) non scherzano, se è vero che il Guatemala, e soprattutto la capitale, sono disseminati ogni anno di migliaia di morti assassinati, e che solo nella Colonia “El Limòn” ve ne sono stati decine. Un centro sportivo, un asilo, una mensa che dà da mangiare ogni giorno a centinaia di bambini del “barrio”, un ambulatorio, un doposcuola. Con queste attività, e soprattutto con la tenacia e i valori di una vera famiglia, Don Piero, Mario, Gladis e loro figli ogni giorno tolgono ragazzi dalla strada e sottraggono manovalanza ai signori del crimine.
Anche in passato Don Piero era stato minacciato, quando aveva preso le parti del suo vescovo, Monsignor Juan Gerardi, l’autore della drammatica denuncia “Guatemala nunca màs”, in cui si analizzavano le atrocità della guerra civile e si sottolineavano le responsabilità anche di alte cariche dello Stato nel genocidio. Monsignor Gerardi venne assassinato poco dopo la pubblicazione del rapporto, Don Piero dovette tornare in Italia per un certo periodo. Anche questa volta Don Piero tornerà nel suo Piemonte, dove è ad attenderlo la solidarietà dei suoi amici, del Sindaco di Torino Chiamparino, del Vescovo Card. Poletto. E questa volta Mario, Gladis e i loro ragazzi probabilmente saranno con lui.

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