LO SVILUPPO SOSTENIBILE SIA IL CRITERIO PER LA RICOSTRUZIONE. CI SCRIVE OSWALDO ENRIQUEZ, PORTAVOCE DELLA FUNDACION PARA LA JUSTICIA Y LA DEFENSA DE LOS DERECHOS UMANOS

24 ottobre 2005

24 ottobre Oswaldo Enriquez, tramite gli amici del Comitato "S.O.S. Guatemala" di Rivalta (Torino) ci fa pervenire un messaggio, nel quale, assieme alle cifre diffuse da CONRED (la commissione nazionale per la prevenzione e la gestione dei disastri), esprime alcune valutazioni sul contesto sociale e ambientale di fronte al quale si trova il Guatemala. Al di là del fatto - dice Enriquez - che molti danni non saranno mai quantificabili, come la perdita in termini di beni culturali e di tessuto sociale, fa posta una riflessione sulla totale mancanza di una politica preventiva dei disastri da parte delle istituzioni. Tale mancanza vuol dire che le peggiori conseguenze delle calamità SONO A CARICO DELLE POPOLAZIONI POVERE, e soprattutto, naturalmente, quelle che vicono in condizioni di "pobreza extrema".
Tutta l'opera di ricostruzione che verrà avviata, per essere moralmente accettabile e praticamente efficace, dovrebbe partire dalla consultazione delle comunità indigene e dallo studio di progetti di sviluppo compatibile con il territorio, le caratteristiche etniche e le tradizioni delle aree interessate.
Ed ecco il bollettino della CONRED, aggiornato al 17 ottobre:
1) Comunità colpite 815 (Soprattutto nel distretto di San Marcos, 215, e in quello di Escuintla, 117. A Sololà, dove si è verificata la tragedia di Panabaj, 88. Nel Dipartimento di Chimaltenango, dove si trova Yepocapa e il nostro "Rekko 7", 39)
2) Morti accertati 663 (271 nel distretto di Sololà, 264 in quello di San Marcos, in quello di Chimaltenango 30)
3) Dispersi ufficialmente censiti 844 (691 soltanto a Sololà, per l'immensa frana che ha sepolto Panabaj.Qui, tuttavia, si paventa che sotto il fango possano essere rimaste più di mille persone.133 a San Marcos. Nel Distretto di Chimaltenango 12)
4)Feriti ufficialmente "contati" 381 (208 a Sololà)
5) 280.000 persone dannneggiate
6) 140.000 sfollati dalle proprie abitazioni, che sono state distrutte in 8.595 casi, danneggiate in 24.412 casi.
Vorremmo poter dare al più presto qualche buona notizia sull'inizio della ricostruzione e sullo sforzo perchè i criteri di sostenibilità e di consultazione delle popolazioni indigene venissaero realmente presi in considerazione.

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